L'ULTIMO VESTITO è SENZA TASCHE
Regia e Coreografia
Camille Granet
Musica
autori vari
Costumi
Jasha Atelier
Light Design
Claudia Tabbi
Il Balletto
Tic-tac, tic-tac, tic-tac…
Le lancette dell’orologio scorrono velocemente sul quadrante segnando il passare del tempo, il tempo del nostro passaggio su questo pianeta, l’alternarsi del giorno e della notte, dell’alba e del tramonto; ad ogni tic qualcosa accade, ad ogni tac la vita fugge.
Tutto sembra un lento e progressivo avvicinarsi alla fine. La morte in quanto fine spaventa, ma la memoria sana della morte, invece, rende irripetibile ogni istante della vita. Ogni bacio sarebbe dato come unico. Ogni abbraccio sarebbe dato come unico. Ogni torto sarebbe più facilmente perdonato, perché davanti alla possibilità della morte quanti avrebbero ancora il coraggio di mantenere o provare rancore per questioni banali? Quanti rimanderebbero il proprio amore a domani? Tutto questo può sembrare esagerato, ma esasperare un punto di vista ci serve a capire la verità di fondo di una questione che tocca ciascuno di noi. Bisognerebbe portare sempre fino alle estreme conseguenze i nostri ragionamenti e le nostre scelte, è a quel punto che si capisce il vero valore di qualcosa, qualcuno. Tutto è sempre cinquanta e cinquanta. Non solo la possibilità di essere presi o lasciati, ma la possibilità che una malattia ci renda persone migliori o peggiori. Che un amore ci renda meno egoisti o più possessivi. Che un dono venga usato per il bene o per il male. Sta a noi scegliere come spendere la nostra vita, come vivere in pienezza ogni minuto che ci viene donato perchè non serve a niente accumulare o risparmiarsi.
“L’ultimo vestito sarà senza tasche” quindi ama, spera, sogna e vivi, ma fallo qui e adesso.