Reshimu

Riegia e coreografia

Marco Batti

 

Musica

Riccardo J. Moretti

 

Anno di produzione

2013

Reshimu

Spettacolo di Danza Contemporanea in due atti  – durata 65 minuti

Riegia e coreografia

Marco Batti

Musica

Riccardo J. Moretti

Il “Principio” si estese e costruì un palazzo per se stesso, per la gloria e per la lode. Là piantò il seme sacro….. Appena il seme penetrò, il palazzo risplendette di luce. Da quella luce scendono come una cascata altre luci, le cui scintille oltrepassano i cancelli dando vita a ogni cosa.


(Lo Zohar)


Secondo la cultura ebraica Reshimu è il granello primordiale, ciò da cui tutta la realtà ebbe inizio. Esso è al tempo stesso il residuo, quell’indelebile traccia lasciata da un odore, una sensazione, qualcosa che non se ne va.
Nella vita incontriamo eventi, persone, situazioni e sentimenti che passano ma lasciano dietro di sé un residuo, qualcosa di indelebile che nemmeno il tempo o l’acqua cancellano.
Reshimu è quindi il confronto tra la nascita e lo sviluppo di tutto quello che ci circonda e il processo relazionale che crea quelle emozioni che restano per sempre.

Il sacro seme da cui tutte le cose sono state create, il residuo primordiale. In quello spazio abbandonato lascia un residuo della luce divina, il Reshimu, simile alle gocce di olio o di vino rimaste in una bottiglia che abbiamo vuotato; e, mescolata a queste gocce, una parte dell’ombra — qualcuno oserà dire del male — che nasconde in sé stesso (Pietro Citati)

 Secondo la cultura ebraica, Reshimu è il granello primordiale, ciò da cui tutta la realtà ebbe inizio ed è al tempo stesso, il residuo, quell’indelebile traccia lasciata da un odore, una sensazione, qualcosa che non se ne va.Nella vita incontriamo eventi, persone, situazioni e sentimenti che passano, ma lasciano dietro di sé un residuo, quel qualcosa di indelebile, che nemmeno il tempo o l’acqua cancellano.

“Reshimu” è quindi il confronto, tra la nascita e lo sviluppo di tutto quello che ci circonda, e il processo relazionale che crea quelle emozioni che restano per sempre, come un residuo.

Scena 1- Emanazione/ incontro: La scena si apre con La Divinità, che si presenta al pubblico come essenza delle cose. Con un contatto “risveglia” prima Una Donna, che da uno status pietrificato, come dormiente, prende vita e si presenta al pubblico, come poi si presenta Un Uomo. Segue un primo incontro, approccio tra Un Uomo e Una Donna, che come nella vita, nel mezzo della gente, si scorgono e vengono a conoscenza l’uno dell’altra.

 Scena 2- Creazione/ rapporto: La seconda scena viene aperta dalla Divinità, che narra la creazione del Granello di Sabbia (sfera) e quindi il processo dal quale la realtà prese forma, come poi prenderà forma sotto gli occhi dello spettatore il rapporto interpersonale tra Un Uomo e Una Donna, illustrante le dinamiche interpersonali all’interno di quella che può essere definita una coppia.

 Scena 3- Formazione/ termine: La formazione richiede del tempo tecnico, tempo che necessario per “formare”, quindi assimilare e comprendere. È nel terzo quadro quindi, che come  La Divinità prende coscienza di ciò che ha creato (la sfera), in tutti i suoi aspetti, la coppia che nella seconda scena è stata creata da Un Uomo e Una Donna, prende coscienza del proprio sviluppo, comprensivo, proprio come tutte le realtà, di problematiche in itinere come la Distrazione, personaggio che travierà uno dei costituenti della coppia verso una passione carnale ma passeggera, priva di qualsiasi intimità sentimentale, per poi scomparire senza lasciare tracce.

 Scena 4- Azione/ rimembranza: Conseguentemente alla formazione, alla realizzazione completa della sfera da parte della Divinità, essa pare prendere vita propria, indipendente ormai dall’ente che lo ha generato, fino a lasciare definitivamente La Divinità, come fosse una creatura viva, generata e ormai indipendente.

Allo stesso modo la relazione tra Un Uomo e Una Donna, risentendo del danno provocato alla relazione dalla Distrazione, come un incantesimo, svanisce, termina.

In chiusura si assiste alla rimembranza, alla malinconia che accomuna La Divinità, “abbandonata” dalla sua sfera, e il personaggio tradito, abbandonato all’amaro ricordo di una relazione ormai terminata. I personaggi sono ormai in balìa dei residui delle proprie vicissitudini e dei ricordi

Regia e Coreografia: Marco Batti

Musica: Riccardo J. Moretti

Light Design: Claudia Tabbi

Costumi: Jasha Atelier

Reshimu – video promo Balletto di Siena

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